ASCOLTA L'AUDIO CON RAFER ALSTONUn amico del campetto con il vizio di giocare nella NBA. Cresciuto a Jamaica nel Queens, Rafer Alston anche meglio noto come "Skip to my Lou" si racconta prima del gara di venerdi' scorso in quel di New Jersy. Tra il dire e il fare questa passione per la palla a spicchi che nel suo caso, da una leggenda dei playground newyorkesi lo ha portato diritto ai campi NBA.
"Una questione di giocare di squadra - ha spiegato non appena gli si chiede la fatidica domanda: meglio il playground o il mondo NBA, prima di continuare sintonizzato sulle solite onde - e' sempre una questione di orgoglio, non importa se sei in mezzo alla gente che paga il biglietto o quella che per passione viene a vederti nel parco giochi sotto casa. Personalmente mi diverto in entrambi i casi ma e' chiaro che qui a Houston che le cose vanno in maniera diversa". Una sorta di presagio, anche se quando gli chiedo della sua famosa prestazione contro Stephon Marbury, finisce per farsi una grossa risata. "E' vero - continua - una volta e' successo quello che e' successo - riferendosi alla sua finta in palleggio che ha spiazzato Starbury nel bel mezzo del campetto - ma sono cose che hanno la loro importanza quando giochi. Il gioco e' sempre un divertimento e come tale, non importa chi hai davanti. Nella NBA il gioco e' prettamente di squadra, in campetto contro l'uno contro uno e il sogno di tutti, a conti fatti, e' quello di giocare nel mondo dei professionisti".
Una domanda tira l'altra, come quando da Houston si passa a Yao per finire con la fantasia e il talento di un certo Tracy McGrady. "Lui potrebbe giocare tranquillamente dove vuole - continua "skip on my Lou" - non ha di questi problemi perche' e' un giocatore troppo forte. Houston? Siamo partiti bene, ma dobbiamo ancora migliorare. Diciamo che siamo sulla buona strada, ci sono dei talenti e dei fuoriclasse come Tracy e Yao, quanto basta per continuare a divertirsi e fare le cose in un certo modo".
Poi, quando la parola passa al famoso nome New York, ad essere sinceri lui non si emoziona nemmeno piu' di tanto. "E' un'ottima occasione per giocare davanti ad amici e familiari - conclude - New York alla fine e' sempre New York".
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Sunday, December 9, 2007
Rafer Alston, un amico del campetto
Posted by
Profumo di vaniglia
at
8:15 PM
Labels: Ascolta Rafer Alston
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