Saturday, December 1, 2007

I re di Memphis, non solo di Spagna

LE AUDIO INTERVISTE CON GASOL E NAVARRO
Compagni, amici, come sottolinea Venditti nel suo bomba o non bomba, si diventa o forse, come direbbe qualcun altro, anche solo di nasce. Di fatto quando li metti uno a confronto con l'altro, quando provi a domandarti cosa c'e' di vero e di nascosto dietro alle parole dei due "re di Spagna" nella citta' di Elivis Presley, beh c'e' qualcosa di piu' rispetto ad un normale rock and roll tanto di moda da quelle parti.
Presi nella notte in cui Memphis si e' dimostrata all'altezza della situazione in quel del New Jersey, i due catalani si sono lasciati andare con un commento che va ben oltre alla normale chiave di volta della partita. Gasol, molto piu' serio e forse abituato di Navarro, parla del suo futuro come di un punto di partenza in una squadra che ha molto da dire. L'infortunio e' un ricordo, la voglia di fare, anche in campo internazionale, sono quelle tipiche di un giocatore non piu' soltanto forte, ma anche esperto e consapevole di tutta la sua forza. "No, non abbiamo preso in giro Darko Milicic per quello che e' successo all'europeo perche' sono cose che capitano - ha spiegato a microfoni spenti Gasol - alla fine, sopratutto fra europei, siamo tutti amici e personalmente non vedo l'ora che Darko possa essere al cento per cento per portare il suo contributo. Noi siamo una squadra giovane, ma abbiamo bisogno di continuita' ma penso che sia giusto andare avanti partita per partita. Neanche a fare a posta ci siamo trovati spesso e volentieri di fronte a molte gare finite punto a punto, questo e' un segnale che ci deve aiutare a capire quali sono i nostri margini di miglioramento. L'unica cosa che posso dire e' che a forza di trovarci in queste situazioni, non possiamo che trarne dei vantaggi e quindi cercare di implementare il nostro gioco. Il mio ruolo in campo? Non penso che ci debbano essere delle grosse differenze a livello tattico quando gioco da interno o da esterno, di fatto cerco di fare solo quello che mi chiede il coach". E poi arriva l'incoraggiamento a Navarro. "I suoi minuti stanno aumentando e io me l'aspettavo - spiega Pau - deve avere pazienza ma e' chiaro che lo starting five e' segnale molto forte. Noi siamo molto amici e chiaramente, con lui vicino, ne traggo vantaggio anch'io sotto tutti i punti di vista". Una sorta di ultima domanda, prima di parlare di Team USA e del futuro di una squadra, quella americana, che guarda all'Europa come un qualcosa di particolare da cui imparare e trarre vantaggi. "Sono migliorati molto e quest'estate nei vari tornei l'hanno dimostrato - ha concluso Gasol - sono molto forti e chiaramente se trovano quella continuita' che e' mancata nelle precedenti uscite, beh rimangono sempre la squadra da battere".
Pronti, attenti via ed ecco Juan Carlos Navarro, preso al volo in quella che posso considerare la mia prima intervista in uno spagnolo a dir poco maccheronico. "Prima di arrivare ne ho parlato parecchio con tutti i miei compagni di squadra della nazionale - attacca Navarro - poi Pau mi ha assicurato su quanto in parte gia' sapevo. Certo, qui mi considerano un rookie ma alla fine ho 27 anni e sono ben contento di entrare nel mondo Nba con parecchia esperienza alle spalle. Detto fra noi, non mi considero affatto un rookie e chiaramente, rispetto alle prime uscite, sono contento del fatto che i miei minuti stanno aumentando e io posso togliermi le mie soddisfazioni. Qui rispetto all'Europa e' molto differente, giochi molto di piu', poi rispetto a quello che facevo prima posso sfruttare meglio la mia rapidita' e alla fine, il ruolo di specialista con il tiro da fuori mi sta ritornando molto comoda". Una sorta di scioglilingua che, domanda dopo domanda, arriva anche a parlare dell'Europeo e di una Spagna che un finale cosi' proprio non se l'aspettava. "Abbiamo perso una signora finale e siamo arrivati fin la' giocando bene e giocandocela, contro la Russia, punto a punto - spiega lui - certo avrei preferito vincere ma e' andata cosi'. Poi non penso ci sia tanto differenza tra il livello qui in America e il nostro in Europa. Oramai ci siamo allineati. Paura di cominciare? Certo, e' normale ma non penso che si possa chiamarla paura. Una volta che cominci e vedi che le cose vanno in un certo modo, beh capisci tante cose e tutto diventa normale". Un pronti via con dirittura d'arrivo verso un tale che di nome fa Andrea Bargnani. "E' un giocatore con grande talento - conclude Juan Carlos - una persona con un grande cuore. Non penso assomigli a Pau, nel senso che Pau gioca di piu' dentro, Andrea Bargnani ama di piu' prendersi i tiri da fuori. Marco Belinelli? E' uno che non ha bisogno di dimostrare nulla a nessuno perche' tutto il mondo lo conosce. Posso dire che quando ha cominciato, ha subito fatto bene e adesso non si tratta che avere pazienza. Nella squadra in cui arrivera' anche il suo momento".
CLICCA PER ASCOLTARE PAU GASOL
.
CLICCA PER ASCOLTARE JUAN CARLOS NAVARRO
.

No comments:

 

© New Blogger Templates | Tech Blog