Wednesday, October 15, 2008

Martedi' 14 ottobre



(tempo di lettura 1'45''. Scritto ascoltando Areito di Juan Luis Guerra)

Questione di speriamo "io me la cavo" e allora anche se sbagli metro può andare. Dopo tutto c'è sempre da imparare, anche quando dopo tre anni cominci a credere che quasi ci siamo e invece, senza cercare banali scuse, ti rendi conto forse manca qualcosa. Un sassolino nella scarpa o anche solo la voglia di raccontare il prossimo episodio quasi fosse un tributo ai pirati e la nave nascosta.
Questione di speriamo "io me la cavo", mentre su Danilo Gallinari non c'è molto da scrivere: corre, tira e fa riscaldamento con i compagni anche se di fatto, e' ancora alle prese col mal di schiena. Un fedele cinque contro zero in allenamento e un dolore che non si intensifica e rimane costante. Per i medici siamo sulla via della guarigione anche se tutto, almeno a primo naso e' diverso. Lui? Piu' che ottimista anche perche', con o senza il numero 8, si capisce lontano un miglio che non e' Bargnani o Belinelli.
Ma e' anche vero che siamo appena agli inizi e allora si fa prima a raccontare di un Madison Square Garden subito familiare a quei venti, trenta italiani che hanno timbrato il cartellino con una semplicita' che fa rima con fedelta' e la dice lunga sulla nuova moda a stelle e strisce del Bel Paese. Una voglia di basket che regala curiosita' e mi fa pensare a questi Sixers così diversi e così presuntuosi rispetto a quelli del braccio di ferro primaverile con Detroit. Brand e' ancora in fase di rodaggio, Andre' Iguodala no e questo mi spaventa perche' come insegna Tom Petty, il cielo e' l'unico limite.
Intanto, comunque vada Daniel Hackett, via Sport Illustrated, dopo Facebook ha scelto James Posey, uno famoso abbastanza da predicare una pallacanestro fuori dal comune, dove Boston non e' Miami ne tanto meno New Orleans. O forse sono solo i nuovi giovani e le bandiere di un basket che cambia.
Questione di speriamo "io me la cavo", mentre fuori la borsa respira (non so fino a quando) e ai baracchini c'e' gia' chi ha comperato la maglia di Gallinari. Una faccia da Yankee qualsiasi mentre Obama non fa piu' paura e i fischi dello scorso giugno al Draft sono solo il ricordo di un dentifricio troppo mentolato. E' vero dovrei dirvi di Brett Favre, ma alla prima da quel famoso autobus cinese ché mi portò a Boston, beh ne e' passata di acqua sotto i ponti e tanto vale fermarsi qua. Domani, brodino o brodetto e' un altro giorno.

6 comments:

Anonymous said...

Bentornato Mitja,
non ci speravo più e invece sei tornato ad aggiornare il blog. Mi mancavi...

Sergio

Anonymous said...

Lo aspettavamo da troppo tempo un nuovo articolo.
:)
Marc

Anonymous said...

Vi ringrazio di cuore. Mi sono preso una lunga pausa estiva, anche se adesso si ricomincia.
Grazie ancora

Anonymous said...

finalmente sei tornato...andare sul sito ogni giorno e non trovare niente ci faceva male.grazie di esser tornato

Anonymous said...

E' davvero un piacere rileggerti, ora la regular season può anche ricominciare!

Anonymous said...

Bentornato Mitja,
il tuo blog è il modo più efficace ed originale per collegare noi vecchi cestofili europei al basket stellare(?) USA. Temevo di non leggerti più.
Grazie per aver ricominciato e ... okkio al Gallo!

 

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