Monday, May 12, 2008

D'Antoni e la ricostruzione dei Knicks, Davis e quella dei Warriors

Mike e la Grande Mela. Non si parla d'altro, almeno negli ambienti visto e considerato che Steve Kerr ha tranquillamente annunciato che ha bisogno di un mesetto abbondante prima di annunciare il nome del nuovo coach (Dan Majerle?). Di altra opinione la sponda Knicks, dove tra Marbury e Carry, D'Antoni avra' il suo bel da fare per mettere a posto una squadra che a contratti e minimi salariali e' una delle piu' care della lega. Poi, visto che l'arrivo di un coach serio ha mandato in delirio la Grande Mela, c'e' gia' chi ha azzardato ad un nome e un sogno: adesso che c'e' Mike, perche' non pensare anche a Lebron James.
Piu' logica invece, la possibilita' che il vecchio marpione di Tracer e Billy possa strizzare l'occhio, sempre che la lotteria del draft sia d'accordo, al nostro Danilo Gallinari. Se i Knicks pescano alto - rispetto alla media delle derelitte - si potrebbe anche fare.

Baron Davis e le beghe contrattuali
. Pugno duro in casa Golden State dove a qualche settimana dalla fine della stagione regolare, il front office ha fatto capire di non essere troppo convinto a limare in alto il contratto delle sue stelle. Il primo a rendersene conto e' stato niente meno che Baron Davis, il main protagonist delle ultime annate da urlo dei tifosi di San Francisco. Piuttosto, ora comincia ad avere un senso l'addio prematuro dello scorso anno di Jason Richardson, un addio che aveva colto impreparati molti degli appasionati del basket a stelle e strisce. In altre parole, almeno ritornando a Davis, adesso pare che prima della firma dell'estensione, ci sia di mezzo la solita telenovela del caso che terra' parecchi tifosi Warriors con il fiato sospeso.

Il ritorno del grande Larry
. Phoenix, Chicago e Indiana stanno ancora cercando un coach all'altezza della situazione, di profeti liberi in giro non ce ne sono molti anche se Stan Van Gundy - da tre mesi alle prese con le telecronache e spiegazioni tecniche per Espn - pare essere un papabile. Morale della favola, in casa Bobcats l'arrivo di Larry Brown si e' fatto sentire, visto e considerato che i media locali - per la verita' non molti - hanno gia' cominciato a dare addosso al giovane Adam Morrison, dicendo che il suo modo di giocare non si attinge a meraviglia alle filosofie di coach Brown. Il motivo? Uno vuole una difesa quadrata, l'altro preferisce tirare da tre punti. In attesa delle buone nuove con le serie play-off quasi tutte pari, beh, ci si accontenta di questo. A proposito, sarei pronto a scommetterci qualcosa che dietro a questo equilibrio ci sia lo zampino di Stern. O meglio, nessuno piu' di lui in questo momento si sta sfregando le mani.

1 comment:

Nazionale Italia Calcio said...

Ciao sono Jvan Sica,

è da un po’ che ti seguo ed essendo un grande appassionato di sport mi interesso molto alle cose che scrivi.

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A me farebbe molto piacere scambiare il link con te per poterti seguire con maggiore costanza e per parlarci un po’ delle cose che ci piacciono.

Spero di riscriverti presto e di scambiare il link con te.

Continuerò a seguirti con attenzione.

Ciao.

 

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