(tempo massimo di lettura 2’13’’. Scritto ascoltanto gli Ac/dc con Back in black)
Dicono che da qualche parte deve ancora esistere un dio in grado di raccontare la verita’. Di svelare un segreto che parla di anelli, di circonferenze grandi abbastanza da dimenticare il passato e concentrarsi solo sul presente. Da est a ovest passando per i verdetti della porta accanto. Cosi’, mentre una fetta di America pensa alle prossime destinazioni di Barry e Cassell, la Cina si interroga su chissa’ qualche anno del drago utile a capire i danni, con tanto di arretrati, del piede di un uomo da 20 punti e 11 rimbalzi di media a partita chiamato Yao Ming.
Personalmente non ho mai pensato che lui fosse uno di quelli in grado di vincere l’anello, troppo scordinato e prevedibile per poter reggere la pressione tecnico/tattica di una finale Nba, di fatto senza di lui Houston e’ la prima ad uscire dai giochi che conta. E visto che si continua a pensare giallo-viola, bianco verde o rosso e blu, allora e’ altrettanto logico dire: signori fuori uno.
Un po’ come quando passi una serata qualsiasi in quel di New Jersey e scopri che i Nets sono solo il lontano parente della squadra che correva e prendeva tutti in contropiede a suon di transizioni e un uomo da tripla doppia. Con Carter che rallenta, rimane solo da capire quale potra’ essere l’impatto di Harris sul gioco dei Nets. Un modo di essere sicuramente utile, mentre dall’altra parte del campo un gruppo di 50 turchi ha conquistato il cuore della stampa locale. “Scusa Edo, ma cosa ti dicevano quei tifosi a bordo campo? Cosa cantavano e veramente la pallacanestro in Turchia e’ uno sport cosi’ importante?”.
Edo, per la cronaca Turkoglu, dopo cinque minuti abbondanti di chiaccherata globale, si e’ seduto su una delle tante sedie “available” dentro lo spogliatoio della Izod Arena. Mentre Howard spiega i retroscena di una stagione tutta da riassumere con i titoli di coda del salto di Superman, Edo si gustava la sua pasta nemmeno troppo condita. Personalmente gli mancava solo la sigaretta accesa con il bicchiere di birra appoggiato al pavimento, perche’ dove finiscono i Balcani comincia la Turchia ottomana. Dove finisce la Turchia ottomana cominciano i Balcani. Una sigaretta accesa quasi a dover guardare in faccia la realta’ e una partita, quella contro i Nets, in grado di confermare quanto di buono si e’ sempre detto: Orlando non e’ una semplice outsider. Non a caso quando entri nel discorso e lasci che i colleghi a stelle e strisce finiscano di calare i loro jolly, Edo trova anche il tempo per spegnare quel che oramai e’ un mozzicone di un ipotetica sigaretta da dopo partita. “Siamo una squadra giovane ma ci troviamo abbastanza bene – spiega mentre il pr lo invita a lasciare lo spogliatoio. Il pullman per Philadelphia chiama a rapporto la squadra e lui, come tutti gli altri, non ha molto tempo da perdere. Signori non si scherza. – ce la giochiamo con tutti e questo dimostra tutti i nostril margini di miglioramento. Boston? Fanno fatica perche’ siamo un gruppo compatto sorretto da una discreta pallacanestro. Sacramento? Mi ha insegnato qualcosa e adesso e’ arrivato per me il tempo di far capire agli altri cosa significa arrivare in fondo e provare a salire sul carro dei vincitori. Io non ci sono mai riuscito ma penso che certe esperienza, per come nascono e per come finiscono, ti aiutano a crescere. E noi, piu’ in fretta cresciamo, piu’ possiamo andare lontano”.
2 comments:
Rumors danno Kiki Wanderweghe come GM dei Knicks con Isaiah Thomas che ne rimane il coach......
ho l'impressione che l'ex bad boy sia in possesso di qualcosa di veramente forte per ricattare la proprietà fino a questo punto!!!
P.S. mitja continua così, ti seguo sempre.
E' una pagliacciata con tanto di annessi e connessi. Un mese fa si diceva l'opposto: resta presidente ma non coach quindi, c'e' da sperare che ora facciano entrambe le cose. NY ha bisogno del suo grande basket.
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