Tuesday, January 29, 2008

Kidd se ne va e tutto cambia. Veramente

(tempo massimo di lettura 1'45''. Scritto ascoltando una canzone a caso, dopo tanto tempo non avrebbe fatto la differenza).

Il giorno che parla, sembra quasi soffrire di una certa nostalgia che fa rima con poesia. Fuori piove, neanche in maniera troppo sincera e l'autobus, quello che avrebbe dovuto portarmi alla Izod Arena, sbaglia clamorosamente strada. Neanche fosse una questione di curva e contro curva, mi trovo di fronte all'ingresso principale dello Giants Stadium. Un monumento nella terra di nessuno (East Rutherford) che fino a cinque minuti fa mi aveva sempre ricordato l'Italia di Sacchi. Quella di un mondiale che mi ha definitivamente fatto innamorare di un codino che regalava gioia e speranza. Quella di una New York che sentivo fin troppo lontana da pensare e intrepretare come nuova dimora. Anzi, a vedere e sentire quelli che dicevano con questa storia di Little Italy si giocava quasi in casa, beh a momenti sembrava quasi avessimo una marcia in piu'.

Una storia come un'altra, un passaggio anche a vuoto, a patto di ammettere che a forza di alzarmi e sedermi per ascoltare questo inno, un po' americano lo sono diventato. Certo, a forza di leggere il New York Times e le sue critiche al sistema, penso che uno dei miei famosi cavalli di battaglia ("morto il socialismo e' morto anche il capitalismo") abbia finalmente trovato la frase che cercavo, ma non e' li che volevo arrivare. Figlio di un sistema che faccio fatica ad incrementare nel passo dopo passo della mia vita fin troppo quotidiana, leggo Giants e penso al Superbowl di domenica. A come anch'io, per nulla ignaro del clima che si comincia a respirare in citta', alla fine un desiderio l'ho lasciato andare.

E fin qui, tutto bene. Non fosse che quella scritta, quel ricordo e quel autobus che sembra non arrivare, vanno a sbattare puntuali di fronte ad una storia che non vorrei mai aver voluto raccontare: Jasone vuol far le valige. Stufo di un sistema che non fa eco al suo modo di giocare, al suo salta, corri, passa e segna qualche punto. Senza mezza termini ne parole, ha semplicemente chiesto di essere ceduto. Si parla di Dallas, di un possibile scambio a tre per Devean George, DeSagana Diop, Jerry Stackhouse, cercando di capire se davvero e' arrivato anche per lui il momento di pensare ad un anello, prima di rimanere soltanto un comune mortale.
A rendere meno amara una storia fino ad ora mai vista, ci stanno pensando questi Milwaukee Bucks che spostano cinque, forse giornalisti con gli occhi a mandorla alla volta. Si dice che dietro alla volonta' di Kidd di essere ceduto, ci siano diverse storie, non ultimo un rendimento scostante di Vince Carter e Richard Jefferson. Quelli che potevano essere due moschietteri nei giorni di pesca migliore. Quelli che oggi sembrano essere le vittime predestinate di un sistema fin troppo preventivabile. Si dice che dietro al telefono che squilla, ci siano pronte anche Cleveland e Los Angeles: ancora Lakers ma questa volte niente Bynum. Solo Odom, il mitico Sasha Vujacic e Crittenton. Tanto per dire e far finta che tutto puo' ancora succedere. Passando dai Giants del Superbowl, da un cinese che non dispiace, e una realta', quella in riva all'Hudson, che cestisticamente parlando non sara' piu' come prima.

Non a caso a volte, presso e spinto da uno strano spirito di rassegnazione, chiedo a me stesso come potrebbe essere un ipotetico passaggio a ovest. Altra costa, altra Brooklyn e magari altro vizio per una macchina fondamentale la dove Hollywood non riconosce la metropolitana. Altra storia e altro finale, magari con Kobe al posto di Isiah e la verita' a portata di mano. Qui, prossimo orfano del mio guerriero preferito, non posso che accettare il compromesso, incassare il colpo e ammettere che rinnamorami di uno sport che mi ha sempre incantato, con lui e' stato davvero speciale. Sin dall'inizio. Sin da quando tutto sembrava solo un gioco ma che un gioco non e' mai stato. Forse, anche solo per una volta, la poesia che fa rima con nostalgia insiste a farmi pensare che c'era qualcos'altro. Qualcosa di piu'. Qualcosa che sicuramente mi manchera'.

Per ascoltare il commento audio nel dopo partita di Jason Kidd ha evitato di parlare troppo nello specifico della sua prossima destinazione. Ha parlato del presente ma e' chiaro che l'idea in mente era una sola.CLICCA PER ASCOLTARE JASON KIDD.

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