La voglia di raccontarsi equivale a quella di un sorriso tipico di chi non ti chiede di pagare il biglietto. Furbo ma fin troppo generoso per poter sembrare spietato, esce dalla spogliatoio dopo la sfida persa con i Nets e comincia a raccontarsi senza il problema di vestirsi o medicarsi quel labbro malato che ha fatto cambiare ad Allen Iverson: oggi non parlo.
No, super Gilbertone e' qualcosa di completamente diverso, altra storia, forse addirittura altro pianeta. Come quando, partendo per la tangenziale, gli chiedo se vuole salutare qualcuno in Italia, lui mi guarda, si fa serio e mi replica al volo neanche fosse una questione di Buongiorno signorina: "Non conosco nessuno in Italia, ma di sicuro mi piacerebbe finirci un giorno. Dicono che si tratti di un paese molto bello e vale la pena spenderci qualche giorno. Los Angeles? No, troppo caos, troppi problemi. Certo, si tratta della mia citta' ma non penso di finirci a giocare un giorno".
Una sorta di se Kobe parte io non arrivo che ti porta subito al capolinea. "Giocare davanti al proprio pubblico, quello di casa per intenderci, e' difficile. Ci sono pressioni diverse e personalmente, preferisco starmene alla larga". Una corsia di soprasso tutta preferenziale come quando, dopo essersi fatto serio per quello che concerne il capitolo sconfitte, gli chiedo di raccontarsi in appena tre parole: "Perche' tre quando ne posso usare una: infermabile". Una sorta di pronti attenti via in dirittura del traguardo e una missione, quella di Agent Zero, sicuramente accanto di una macchina da scrivere. "E' vero quando ero all'High School mi avevano detto che non sarei mai stato un giocatore di basket, ma dovevate vedermi com'ero all'high school: timido, piccolo avevo paura di tutti, compreso dei giornalisti. Oggi e' diverso, a cominciare da questa storia del blog, posso dirvi la verita'? C'e' un sacco di gente assurda in giro per questo mondo, e la cosa che piu' mi impressione e' che mi stanno ad ascoltare". Una risata, la sua, che lo porta puntuale al vero nocciolo della questione: il suo blog e' stato giudicato come il numero uno di Nba.com. "Non me l'aspettavo ma e' divertentissimo".
Insomma, un Gilbert tutto da ascoltare, cominciando magari dal primo file, quello in cui la storia di un "losangelino" lascia spazio alle note tecniche. "Ci sono un sacco di squadre che vanno forte e altre meno - ha aggiunto - non siamo gli unici a non far punti. Di fatto e' una situazione di per se originale, nel senso che non si sta molto bene. Dobbiamo tener duro e non mollare. Facciamo fatica a far canestro e questo dimostra che dobbiamo migliorare ancora senza scoraggiarsi. Certo, lo scorso anno siamo stati artefici di una partenza diversa, con altro spirito e altre motivazioni, ma possiamo migliorare ed e' giusto che ci concentriamo su questo".
CLICCA PER ASCOLTARE GILBERT ARENAS
.
CLICCA PER ASCOLTARE GILBERT ARENAS
.
Saturday, November 10, 2007
A rapporto con Agent Zero
Posted by
Profumo di vaniglia
at
1:16 PM
Labels: Ascolta Gilbert Arenas
Subscribe to:
Post Comments (Atom)
No comments:
Post a Comment