Monday, April 28, 2008

Una domenica a Philadelphia

Un autobus bianco partito puntuale nel mezzo di un cupo pomeriggio newyorkese, mi ha portato a Philadelphia. La mia prima volta lontano dallo skyline di Manhattan. La mia prima volta con un autobus non di linea. Una rotta, quella da Chinatown nel Lower East Side di Manhattan a quello omonimo di Market Street in Pennsilvania, che parla di play-off Nba. Il viaggio e' stato piacevole, dal tipico coas cinese alla quite di un viaggio grosso modo tranquillo. Appena fuori dalla citta', sponda New Jersey, passi vicinissimo alla Statua della Liberta', prima di lasciarsi andare ad una sorta di campagna immersa in verde e piccoli villaggi di provincia.

Messo da parte il gioco dei pronostici che hanno portato sul 3 a 0 solo due squadre - Lakers e Spurs - che ha derelitto Phoenix prima ancora che fosse troppo tardi, rigenerando quintetti che sembravano aver gia' dato come Atlanta e perche' no, anche la stessa Cleveland, c'e' anche il tempo per andare oltre. Oltre come in una citta' di nome Philadelphia, appena due ore e mezza fuori New York. E parlando di almeno due giri di lancette solo perche' l'autista aveva fame a meta' del tragitto e a conti fatti, si sta piu' tempo a prendere il Lincoln Tunnel che contare le mezzore di autostrada tra un tragitto e l'altro.

Ma e' anche vero che tutto torna, cominciando da questi Sixers che mi ricordano molto i Warriors dello scorso anno, con la condizionale che Detroit non e' Dallas. Detroit, quando non difende, quando non usa Chauncey Billups con la regolarita' di un pungilione d'ape, non va lontanto. Detroit si perde, tanto che uno dei siparietti piu' belli di tutta la serata, parla niente meno del pubblico e Rasheed Wallace. Lo beccano sempre, con una regolarita' incredibile, colpa anche un tecnico gratuito nel primo tempo fin troppo regalato. Cose da Sheed, non fosse che l'altro lato della medaglia parla di una Detroit finalmente costante e fin troppo reale da non poter sembrare vera.
Gia', la transizione bilanciata dalle scelte di quel cervello di Andre Miller unita ad una precisione nel tiro da fuori che rilancia un certo Andre Iguodala. Un modo di essere che ha regalato gioia e speranza ad una citta', quella di Philadelphia, che ama il basket in maniera fin troppo particolare. Non a caso, mentre i minuti corrono, mentre la pazienza di Detroit non si consuma di fronte alle prime sfolgorate dei padroni di casa, ti rendi conto che a Philly e' tutto diverso. Almeno sugli spalti. Almeno se parti consapevole che il basket Nba per due anni ha parlato solo la lingua "minore" dei Nets e quella fin troppo delusa dei Knicks.

Capita anche di fare due passi assieme ad un ragazzo americano ma cinese di orgini, studente di Penn University. Lui, abile a raccontare minuto per minuto con perfetti ideogrammi, forte della sua seconda presenza al palazzo in assoluto, mi ha regalato un sorriso di sbeffo quando ho provato a raccontare da dove venivo. Non l'Italia, non Trieste che si fa prima a dire che Gorizia, ma New York. La New York dei canestri.
Tutto il resto, beh, la serie e' tornata in perfetto equilibrio e chi piu' ne paga il prezzo, penso sia proprio quella squadra che di nome fa Boston. A Philly, se pensiamo alle emozioni di Iverson e Denver comparate con quelle della Pennsilvania, hanno gia' vinto qualcosa. A Philly, tra berretti che ricordano gli Eagles e le dinastie dei Flyers, tutti sembrano voler bene a Lou Williams. L'uomo della svolta. L'uomo del ragionamento pacato unito alla logico si puo' costruire. Con o senza quel coach Brown che qualcuno vuole a Washington. Ennesimo capriccio di Micheal Jordan, ennesimo dai a Cesare quel che e' di Cesare, pensando a gara tre e pensando a quanto i Sixers possono ancora dare in ottica gara sei. Di nuovo a Philly, di nuovo tutti con le maglie biance e l'asciugamanino bianco da sventolare.
Se penso a lungo raggio, e' proprio qui che nasce la forza di una Detroit destinata ad arrivare lontanto.

Per dire la vostra: profumodivaniglia@gmail.com.

1 comment:

Anonymous said...

condivido quanto detto su philly, e anche su billups, tutto è stato testimoniato nel 3 a 2 che al momento decide la serie.
Mitja sono sempre più convinto che la finale sarà LAL - boston anche a causa di interventi esterni (vedi Stern)..che dici?
alla prossima!
gabriele

 

© New Blogger Templates | Tech Blog