Monday, October 27, 2008

Patrick Ewing Junior: al cuore non si comanda



















Lorena il barbiere di Franklin Ave dove tutti aspettano Obama presidente.

(tempo simbolico di lettura 1'43''. Scritto ascoltando Viva la Vida di Coldplay)

E allora forse ci siamo, dedicata a Giacomo da Brescia - leggi Il Giornale di oggi martedi' 28 ottobre in cronaca sportiva - autore di un tiro da meta' campo che e' valsa il mio ritorno alla carta stampata a sette mesi da quel Kobe targato Gazzetta. Storie di un italiano in America alle prese con un sistema che funziona anche a grazie a casualita' del caso.
E allora forse ci siamo, dedicata a quelli che pagano il biglietto in prima fila, sicuri che lo spettacolo e' quasi sempre assicurato. Anche se esce femmina o, meglio ancora, e' solo una questione di luna piena. Come quando usi Facebook per cercare il compagno d'asilo e poi ti esce fuori, sulla ruota del tanto io non ce la faro' mai, niente meno che Margherita Grambassi.
E allora forse ci siamo, dedicata a quelli che passono con il rosso e poi si fermano in piena corsa per chiedere il risultato della partita del cuore. Un po' come quando in mezzo ad un Madison Square Garden ben lontano dal tutto esaurito di turno, qualcuno ha cominciato ad urlare "Pat Ewing Junior". Un nome e una leggenda che hanno strappato un sorriso al celebre Mike D'Antoni, un abile se non altro a regalare al figlio del mitico 33 dieci e passa minuti di gloria. Una "bomba" dall'angolo, due schiacciate con uomo addosso e la voglia di ricominciare la prima stagione senza Isiah dai ricordi che hanno scritto la storia. Saranno anche i vecchi Knicks, ma il gioco di parole, anche solo per cinque secondi, ha fatto venire la pelle d'oca ai diecimila presenti in sala per un derby a dir poco spento contro New Jersey.
E allora forse ci siamo, dedicata a quelli che sognano un'entrata in campo a braccia tese. Un gesto di stizza a quel pallone che mette tutti d'accordo e che, a secondo dei partiti e dei colori, riesce a creare delle divisioni fin troppo politiche per essere lasciate al caso. E' vero Isiah Thomas, e poi dicono sempre lui, ha davvero dimostrato che l'anno della Tigre non e' sempre sinonimo di guerriero con la spada. Accusando la figlia di aver abusato di qualche sonnifero di troppo, non ha solo mancato di rispetto a chi gia' soffre di per se, ma ha deriso lo sceriffo di turno che, puntuale, ha smentito al volo: no hanno ricoverato e abbiamo soccorso un uomo di 47 anni e non certo una ragazza di 17. Come dire, piove sempre sul bagnato.
E allora forse ci siamo, dedicato a Danilo Gallinari, con la speranza di uscirci presto a cena e scoprire l'altro lato della medaglia di una New York che non ha ancora bisogno dei titoli di coda. Anzi, visto che oramai e' tempo di "opening night", vi dico che e' giusto ricominciare da Celtics e Lakers per un semplice motivo che quando impari a vincere, beh tutto viene piu' facile. E' vero avrei voglia di parlarvi della partita vinta dai Giants ieri a Pittsburgh, ma poi finisco per uscire da un luogo comune che mi ricorda un uomo a caso, Pierpaolo Bordin.
E allora forse ci siamo, dedicato a Michele Lugan, Alex Perbellini, Maurizio Pedrazzini e Michele Feresin, gli ultimi aggiunti di un mondo chiamato Facebook. Gente che non ti aspetti e che ti strappa un sorriso nel mezzo di una sera destinata ad essere ricordata per un semplice motivo: come scriveva sempre il mitico Alessandro Trampus nelle mail di fine mese, ricordati Mitja, me l'hai insegnato tu: puoi alzarti quanto presto vuoi al mattino che il tuo destino si e' alzato prima di te.

3 comments:

Anonymous said...

ciao Mitja!sono Sabrina...quella di Ale. Anche se non ti ho mai conosciuto volevo salutarti e spero che quando verrai a gorizia avrai un po' di tempo per parlarmi un po' di lui!

Ciao

Sabrina

Profumo di vaniglia said...

Era una delle cose che mi sono prefissato di fare da tanto tempo, sia prima, sia dopo quel giorno di Agosto. Ale mi manca un casino, anche se il fatto di vivere lontano, non mi da quella sensazione diretta tipica di gli stava vicino.
Se potevano scegliere, hanno fatto centro, ma ti raccontero'. Io me lo porto sempre con me. Me lo immagino a ridermi in faccia, a prendermi in giro come ha sempre fatto, poi un attimo di silenzio e avanti con le nostre storie. Era una persona speciale, una di quelle che parlava in silenzio e non te lo faceva capire. Una di quelle che dava credito a pochi ma ascoltava tutti.
Mi fermo qua, perche' a parole andare avanti non avrebbe senso. Io sono a casa il 18 dicembre sera, il 19 penso che lo vado a trovare perche' con altri programmi, il 18 era gia' una festa dal Ca di Pieri come ad ogni mio ritorno. Ma festa sara' comunque... lui non me l'avrebbe perdonata in ogni caso.
Teniamoci in contatto, se vuoi possiamo anche parlare nel fine settimana, mi basta che mi dai un numero fisso. Mi farebbe molto piacere. Scrivimi pero', sulla mia mail: mitja.viola@gmail.com cosi' ci mettiamo d'accordo.

Vaniglia said...

E allora forse ci sono anche io... Considerato che abbiamo qualcosa in comune...

 

© New Blogger Templates | Tech Blog