(tempo massimo di lettura 1'06''. Scritto ascoltando Generale di Francesco De Gregori)
16-5-11 tre numeri da giocare al lotto. Tre numeri che non mi aiutano a completare la famosa cinquina per il semplice motivo che sono fin troppo simmetrici. 5+11 fa 16. 5 e' il suo numero di maglia. Anzi, se prendo il numero totale di triple doppie che Jason Kidd (clicca qui) ha messo in carriera (97), di certo questo non mi aiuta molto: 9+7 fa 16. Forse sarebbe meglio separare il 9 dal 7, ma la mia fantasia matematica, per una volta, non si attiene alla regola della perfezione.
No, nemmeno se provo a salvarmi in corner e provo a tirare in ballo le sue prossime 100 "double triple" in carriera vado molto lontano. E' vero, 100-97 fa 3, peccato solo che mentro io scrivo, lui potrebbe tranquillamente metterne a segno un'altra e quel punto, senza chiamare in causa la sua data di nascita - 35 anni da compiere il 23/3/08 che fa fede al 23/3/73 che si legge sugli annali del basket - tutto potrebbe andare ancora una volta a farsi friggere. Insomma, mi fermo qua senza dover cimentarmi nel "toto-ruota", visto che potrei anche dire Napoli (come Nets) piuttosto che Venezia (la mia) o Milano (che inizia per M come Mitja): con la J (Jason) e la K (Kidd) non posso neanche andare troppo lontano. O meglio, dovrei forse provare alla lotteria di Koper (Capodistria) visto che a Jamiano (J) piccolo centro sul Carso italiano, beh non sono ancora cosi' evoluti da creare un sistema e regola di lotteria.
Altro non si proprio cosa consigliarvi se non di pensare alla ricevitoria del lotto sotto casa, partendo, magari, da quella della signora Daria in viale Colombo, rione di Straccis a Gorizia. In altre parole, quella che fa capo a mia mamma e mio fratello Borut. Come dicevano le vecchiette di un tempo: 500 lire ambo, 300 terno, 200 quaterna e 100 cinquina. Me le giochi su "tutte" eh.. non lo so, scelga lei, giovanotto.
Cosa che capitano nel New Jersey, quando pensi alla tua vita come a quella di un numero. Una cifra da leggere, sognare, pronosticare o anche solo raccontare. Il mio, ad esempio, senza tirare in ballo la cabala che fa rima con data di nascita e dettaglio della porta accanto, era ben diverso da quelli del mio eroe: Us Citizen and Immigration Service, Brooklyn, 227 Livingston Street, biglietto numero 244. In fila per uno, con un arabo davanti e un cinese che non capiva una parola di inglese accanto. Uno dei tanti, con un dominicano di fronte e un taxista con il Kippah neanche troppo visibile dietro. Uno che si faceva interrogare ad un collega portato a posta per fargli compagnia, sulle classiche domande del caso per prendere la cittadinanza americana: quanti senatori per stato vanno al congresso? Chi era Mather Luther King? Mentre ogni tanto uno dei due, quasi a ricordarsi dove erano realmente diretti, raccontava all'altro che la sera prima, all'incrocio tra Lexington e 6 Avenue c'era meno trafficio del previsto.
Ad un certo punto, dopo tre ore di fila mi son seduto accanto ad un signore nemmeno troppo anziano che ha capito da dove venivo. Stava alla mia destra. Lui, ucraino, parlava solo ebraico. Io, chiaramente italiano, parlavo inglese con un ebreo canadese che stava alla mia sinistra. Uno che sembrava anche un bravo ragazzo: appena 20 anni con un capello nero in testa e la barba lunga, lunga. Noi ebrei ci sposiamo presto, mi ha detto, tralasciando tutto il resto tra una domanda su quanto guadagno ed una su quanto guadagnero'. Di fatto, non appena i miei due estremi si sono messi in contatto, beh il signore ucraino, nato nel '34, ha tenuto a sottolineare che gli italiani sono brave persone. Durante la guerra - calcolando che a quel tempo aveva dai 6 ai 13 anni - un soldato del vostro paese mi chiedeva sempre dell'acqua. Per favore traducili il tutto, prima di lasciarsi andare e imbastire due parole di inglese: come si dice "water" in italiano? Acqua, ho risposto io. Si', mi ricordo, acqua, ecco come si diceva.
Due passi indietro, uno in avanti. Mostrami le mani, dammi quella sinistra e fai una foto con spalle al muro. Primo il fronte senza occhiali e senza il "ciis" di rito, quindi il profilo. Bene puoi andare. Mentre in sala d'aspetto, andava in onda per la seconda volta durante la mattinata, Space Jam con Micheal Jordan, Charles Barkley e company. Quando lo hanno fatto vedere verso le 10.30 del mattino, mi sono messo a ridere. Poi ho pensato al cinese, ai russi, all'arabo, al dominicano e agli ebrei e ai taxisti con il manuale di educazione civica in mano: che idea si puo' fare una persona su questo paese, se la prima volta che mette piede in un palazzo governativo, scopri cos'e il gioco della pallacanestro e passi subito da chi e' "Air Jordan". Il tutto, mentre i suoi "colleghi" di colore avanzavano a due all'ora tra un corridoio e un altro. Culi quasi sempre larghi e ande da "statali": vietato toccare. Vietato parlare. Per favore non commentare. Tanto, da quando mondo e' mondo, in certi ambienti non hanno mai imposto il limite di velocita'. L'unico ammesso e' timbra il cartellino allo 0.00 e arriverderci a fine mese.
E meno male che non ho voglia di fare pensare come un filosofo di sinistra o un imprenditore di destra. In entrambi i casi, senza passare dal centro, ci sarebbe cosa dire, cosa fare e cosa aggiustare. Tanto, anche se scrivono a caratteri cubitali "Don't use any phone in the waiting room", i cellullari squillano come nei migliori concorsi canori e il problema, una volta tanto, non e' l'inglese da comprendere, ma il rispetto della regola.
Meno male che c'e' Giasone. Uno che dopo aver detto arriverderci al campo sul finire del terzo quarto, non ha piu' rimesso piede in campo. "Stiamo giocando bene - ha spiegato con la sua solita faccia da bravo ragazzo a meta' (l'altra fa parte dell'essere diabolico che inventa pallacanestro come fosse da sfornare rosette alle 6 del mattino. Quando bussi al panettiere dal retro e fai spuntare fuori tre, quattro brioshe fresche in mezzo ad un profumo di pane senza paragoni. Sopratutto se stai a chilometri e chilometri di distanza) - e vogliamo continuare a vincere, cominciando dalla prossima in casa con Boston. Il mio record? Ho solo pensato a giocare e vincere. Tutto il resto e' relativo". Gia', come la riserva del brunello d'annata. Sei a 5 rimbalzi da dove nessuno e' mai arrivato. Sei da un passo dalla storia - quattro triple doppie consecutive - e un tale di nome Lawrence Frank, per quanto fido scudiero di battaglia e amante della preservazione del rapporto con la sua stella piu' luminosa, non ha avuto il corraggio di mandarlo in campo e conquistare la gloria che fa rima con storia. Lo so, sto sbagliando. Lo so, ne avranno sicuramente parlato prima e l'avranno deciso a priori: a 35 anni con i Celtics che arrivano, riposati e andiamo avanti cosi' che non siamo male. Di fatto, mi lascio tagliare un dito della mano a scapito della mia impronta digitale per scommettere che un giorno, magari seduto su una sedia a dondolo con coperta sulle ginocchia, Giasone pensera' a quei dannati 11 minuti e 5 rimbalzi. 3 da rubare nel piu' sporco dei "garbage time" e 2 di rapina in mezzo alle solite braccia lunghe che cercano inutilmente di fermarlo. E il record, che finalmente diventa matematica e non cabala, era servito. Altro che gioco dei numeri. Altro che conta a nascondino. Altro che una mattina spesa e pensare per dire sempre la stessa cosa: io vado avanti, lui anche.
Poi di Kevin Durant vi racconto un'altra volta.
Per scrivere una mail profumodivaniglia@gmail.com.
Thursday, January 10, 2008
Tre numeri da giocare al lotto e uno da tenere tutto per me
Posted by Profumo di vaniglia at 6:40 AM
Labels: Racconti metropolitani
Subscribe to:
Post Comments (Atom)
3 comments:
dopo alcuni tentativi, realizzo che 1,06 sec. è un tempo per me irrealizzabile,apporto per cui alcune modifiche al set-up, prrovo prima con Francesco De Gregori-Numeri da scaricare, infine decido, vado sull'antico, non dico vecchio per una forma di autorispetto, Renato Carosone-3 numeri al lotto, adattissima, spicco il mio best tim, 2,11 sec. Soddisfatto, ho assistito all'ennesima tripla doppia di jason ma ormai ho perso i numeri, evito di smarrirmi tra gorizia e nova gorica tra tabaccherie e ricevitorie che il buon Mitja mi invita a frequentare, 2,11 sec senza scambiare parole ne con ebrei di colore ne con l'indiano che tutti osserva...ma adesso i 3 numeri da giocare ce li ho anch'io, come diceva mia mamma...ruota di firenze, 1000 lire, ma non sono la dolce Vanna e i numeri li tengo per me...
Grande Valerio...i minuti sono relativi ma i numeri fanno ancora la differenza.
ciao
sei un grande...ti leggo spesso su basketnet.it ...però perchè non curi di più l' aspetto del tuo sito? E' un peccato perchè ora come ora fa un po pena...ciao
Post a Comment