LE AUDIO INTERVISTE: KOBE BRYANT E SASHA VUJACIC
E' davvero difficile provare a descrivere in parole, cosa significa trovarsi di fronte a Kobe Bryant quando e' alle prese con una di quelle giornate tutte da ricordare. Difficile perche' non ci sono parole. Non c'e' momento in cui il divertimento tipico del appasionato che pretende, si incrocia e si misura con l'imprevidibilita' del caso. Anzi, visto che non gli mai perdonato di forzare forse un po' troppo, beh anche in quel momento fa tutto parte sempre e solo della stessa storia: Kobe Bryant. "Sono venuto a New York per giocare la mia partita - ha spiegato nel dopo gara - certo, non ci venivo da un anno ma ho solo voluto giocare come piace a me. Quando scendo in campo voglio divertimi e oggi ci sono riuscito. Il traguardo dei 20.000 punti in carriera? Sono contento, sono contento per me e la mia squadra. Siamo giovani, ma abbiamo voglia di vincere. Il passato? No, non mettetemi nei guai, perche' penso che non ne valga la pena".
Un fiume in piena, mentre le due bambine sedute sul ginocchio, si trovano completamente a loro agio di fronte a quaranta, forse cinquanta occhi che le fissano neanche fossero cosi' speciali.
Il tutto, mentre poco prima Sasha Vujacic ha raccontato il momento particolare in maglia Lakers. Sia personale che di squadra senza dimenticarsi di augurare Buon Natale.
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Monday, December 24, 2007
Kobe, il numero uno
Posted by Profumo di vaniglia at 8:08 AM
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2 comments:
Ciao Mitja, a forza di leggerti sei diventato uno di famiglia. Sono romano ma vivo in Svizzera (sic il basket è stato appena scoperto, a Zurigo nella svizzera tedesca parlo, grazie a Sefolosha) e ti leggo praticamente sempre, grazie per le tue digressioni cestistiche e non aiutano a mettere le cose in prospettiva.
Per rimanere sul tema per me Kobe no.1 anche se Tim Duncan è un manuale del basket e Nash è uno scrittore immortale per il gioco.
Buon Natale (in ritardo) e soprattutto un felice anno nuovo e continua come stai facendo che andrai sempre a migliorare.
Gianluca
Non posso che ringraziarti per le belle parole. In teoria ci sono ancora un sacco di cose da modificare, ma uno dei segreti per soppravvivere a New York porta ad un concetto molto semplice: ogni tanto trova uno spazio quotidiano in cui te ne sbatti altamente di tutto e tutti. Chiamalo relax, chiamalo come vuoi, ma purtroppo in un giorno ci sono soltanto 24 ore...
Kobe numero uno, Duncan io lo volevo Mvp lo scorso anno, attento a Nash durante i play-off.
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